CAPITOLO 15: LA VITE ED I TRALCI
In questo capitolo troviamo il simbolismo della vite.
Gesù parla agli apostoli e fa loro questo paragone: Dio è come l'agricoltore, Gesù è come la vite, il popolo di Dio è come i tralci che portano frutto. L'agricoltore è colui che lavora e vuol godere del frutto del suo lavoro. La vite invece è lo strumento che l'agricoltore usa perchè la vigna sia messa in condizione di produrre l'uva e di produrrene in abbondanza.
Il verbo "mondare" è catairei (catairei) che significa "pulire"; quindi Dio è Colui che "pulisce i tralci" cioè elimina ciò che può dar fastidio alla loro crescita; ma a quali tralci ? A tutti ? No, solo a quelli che in Gesù possono portare frutto. Vi è un'azione purificatrice di Dio nei confronti di coloro che "possono portar frutto". E chi ascolta la parola di Gesù è già "pulito", purificato, pronto a portar frutto.
Da notare in greco il suono simile che hanno i verbi "togliere" e "pulire" nella frase : "Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo toglie e ogni altro che porta frutto lo monda". "Togliere" è detto airei (airei), "mondare" è detto catairei. Probabilmente per questa paranomasia Giovanni li ha scelti: airei eliminare, catairei purificare (da cui proviene "catarsi").
"Convincetevi a rimanere" è detto meinate (meinate). Gesù dice agli apostoli: "E' necessario che voi prendiate coscienza che è indispensabile rimanere in me". Col versetto 4 si pone l'accento sui tralci e su chi sono i tralci (gli apostoli) e sulla loro necessità di restare legati alla vite. Col versetto 5 si specifica chi è la vite: Gesù.
Sono parole forti. Chi "non rimane" in Gesù, e "rimanere" è detto mene (mene), un presente che indica che ciò è sempre vero e non ammette eccezioni, "viene gettato via", eblate (e-blate), il tempo (aoristo) indica un rigetto definitivo, una volta per sempre.
Il verbo "desiderare" è scritto al presente, indicando così il succedersi dei desideri, l'uno all'altro, come avviene nella vita ordinaria.
Quindi "portare frutto abbondante" ed "essere miei discepoli" è equivalente. Chi è un discepolo ? Colui che porta frutto abbondante con la sua opera alla causa di Gesù, di Dio. E poi i discepoli prendono coscienza di che natura e dimensione sia l'amore di Gesù per loro: "come il Padre mi ha amato, così io ho amato voi".
E qui Gesù vuol far comprendere tutto il suo sacrificio, la sua vita immolata per la causa del Padre.
Qui vi è l'allusione alla morte di Gesù che dona e dedica la sua vita per la salvezza degli uomini.