CAPITOLO 12: L'OMAGGIO AI GENTILI

Il capitolo 12 contiene il tentativo di concludere logicamente tutta la prima parte della vita di Gesù raccogliendo i temi principali discussi in precedenza. Vi è però anche un'altra visione che è quella della preparazione alla tematica della Passione: si mette in evidenza come quello che sembra essere il giudizio a Gesù in realtà diventa il giudizio al mondo.

Nella sezione che ha inizio dal versetto 27 c'è un rifacimento giovanneo di due episodi che nella tradizione sinottica hanno un diverso sviluppo e che rappresentano l'agonia di Gesù nell'orto; qui essa è riassunta nella frase:

GV 12,27-28 "Adesso l'anima mia è turbata ! E che dirò ? Padre, salvami da quest'ora ! Ma è appunto per questo che io sono venuto in quest'ora. Padre glorifica il tuo nome ! "Allora venne dal cielo una voce: "L'ho glorificato e ancora lo glorificherò"

che sostituisce il conforto divino che Gesù, secondo i Sinottici, proverebbe nell'orto. Vi è una certa somiglianza con la Trasfigurazione poichè anche qui si sente una voce celeste che la folla può percepire.

Il contenuto teologico dei due episodi (la Trasfigurazione e il Getsemani) viene riassunto da Giovanni in un unico avvenimento in questo modo: Gesù di fronte alla morte, nonostante la repulsione umana, accetta la volontà di Dio e si dispone a glorificare il Padre. Il Padre pubblicamente proclama che darà la pienezza della Gloria a Gesù, e questa voce come dice Gesù non è per lui ma per quelli che ascoltano.

Le due scene insieme rappresentano la preparazione di Giovanni alla Teologia della Passione: la Passione e la morte sono per Gesù-uomo un ostacolo da superare; ma Gesù sa che affrontare la Passione e la morte in realtà rappresenta per lui partecipare alla Potenza di Dio. Questa è la Trasfigurazione. Nel momento sofferente e mortale Gesù si "trasfigura": rivela, nella profonda conoscenza che Egli ha del piano di Dio, che questo momento di morte in realtà è il momento della Gloria. è la rivelazione della contraddizione del mistero della morte, visto che la Gloria si manifesta proprio nella umiliazione della morte.

Questi versetti sono importanti per interpretare in seguito la narrazione della storia della Passione. In Giovanni la storia della Passione è la storia della "Gloria nella umiliazione" e non "dopo l'umiliazione". Lo sviluppo catechistico che segue è coerente con questa interpretazione perchè Gesù continua dicendo:

GV 12,30-31 "Allora Gesù esclamò: "Non è venuta per me questa voce. Ora si fa giudizio di questo mondo, ora il principe di questo mondo sarà cacciato fuori"

Questo versetto è molto importante perchè la voce di Dio, che ha affermato che adesso il Figlio viene glorificato, è venuta per far capire alla folla che quel che avviene adesso non è il giudizio a Gesù, ma il giudizio al mondo. Anche nel racconto della Passione apparentemente è Gesù colui che viene giudicato dagli uomini e condannato. In realtà ciò che veramente avviene è la condanna del mondo, di coloro che non credono, delle autorità che pensano di avere il potere in questo mondo e che non credono. Il senso di questo versetto è lo stesso: da un punto di vista esteriore è Gesù che viene cacciato dal suo popolo e dalla città santa per essere giudicato e condannato fuori dalle mura. In realtà colui che viene cacciato non è Gesù ma il "principe di questo mondo", Satana.

GV 12,32 "Ed io, quando sarò stato innalzato da terra trarrò a me tutti gli uomini". Ciò diceva per significare di qual morte doveva morire"

Qui si mostra la contraddizione fra il disegno delle autorità giudaiche e quello che invece avverrà dopo la morte di Gesù: Gesù viene condannato perchè venga allontanato dal popolo ebraico; invece al contrario quando lui sarà stato "elevato da terra" attirerà a sè tutto il popolo. Accadrà quindi l'opposto di quello che gli autori della Passione si proponevano. Mentre gli autori della condanna pensavano di eliminare Gesù crocifiggendolo, ciò in realtà costituirà la sua esaltazione. La morte in croce sarà l'atto che lo innalzerà al di sopra di tutti i poteri della terra e con cui attirerà a sè tutti gli uomini. L'elevazione materiale della croce, che storicamente sarebbe intesa come l'eliminazione e l'umiliazione di Gesù, in realtà diventa la vera esaltazione: l'ora della croce è l'ora della Gloria, è l'ora della manifestazione in Gesù della potenza del Padre.