CAPITOLO 4: LA SAMARITANA
Nell'incontro di Gesù con la samaritana l'evangelista presenta inizialmente Gesù come colui che ha sete e chiede da bere, ma che poi capovolge la situazione ed offre l'acqua alla samaritana, facendole comprendere che Lui può darle l'Acqua viva, l'acqua che dà la vita eterna. Il senso profondo sia di questo episodio che di quello con Nicodemo è che le parole di Gesù non apportano solo un semplice miglioramento al sistema giudaico, ma sono qualcosa di più sconvolgente. Il mondo samaritano è l'antitesi di quello giudaico ma non impedisce alla samaritana di credere pur non avendo la cultura religiosa di Nicodemo.
Per un giudeo allora è possibile credere ? E quali sono le condizioni in cui un giudeo deve immettersi per poter credere ? Giovanni nel Prologo dice che ci sono alcuni Giudei che hanno "visto e creduto", ma è il giudaismo che deve rinascere. Sono i singoli che arrivano alla fede, non è l'ambiente ad essere determinante ai fini della fede. Anzi l'ambiente può diventare un ostacolo, come lo è stato quello giudaico per Nicodemo.
"L'ora sesta", mezzogiorno, serve a ricordare al lettore un'altra "ora sesta" quando Gesù morente, darà un'altra "acqua", quella che scaturirà dal suo Spirito.
Nell'incontro con la samaritana Gesù in realtà non vuole dissetarsi ma intende offrire "acqua"; deve però in qualche modo iniziare il dialogo e lo fa chiedendo da bere. Alla richiesta di Gesù la donna si meraviglia: evidentemente non era usuale il fatto che un giudeo comunicasse con una samaritana.
Gesù intende dire che, se la samaritana si rendesse conto della fortuna che ha avuto nell'incontrare lui, se conoscesse chi è colui che le chiede da bere, il Cristo, il dono che Dio ha inviato agli uomini, sarebbe lei a chiedergli l'acqua "viva", l'acqua della vita. In Geremia l'acqua è simbolo della vita:
Quindi già nell'AT il Signore è simboleggiato come la sorgente di acqua fresca e viva. Gesù, attribuendo a Sè la capacità di poter fornire "acqua fresca e viva", assimila Se stesso a Dio.
L'acqua, nell'AT, era anche simbolo di sapienza: in Baruc si legge
e nel Siracide:
La donna equivoca pensando ad un'origine materiale dell'acqua.
"Zampillare" dà l'immagine del "salire e scendere" dell'acqua, senza interruzioni; e chi sale e scende è lo Spirito di Dio.
"Vita eterna" detto in ebraico significa "vita lunghissima", "per sempre".
è evidente che la donna continua ad ignorare chi sia veramente Gesù. Poi però c'è la grande svolta:
Poichè la donna non ha capito chi ha di fronte, Gesù le dà un segno svelandole la sua situazione matrimoniale.
Comincia la scoperta della identità di Gesù
In questi versetti si coglie l'atteggiamento della donna di sfuggire alla presa spirituale di Gesù, ponendo una questione tipicamente religiosa e fondamentale per i samaritani, il rituale. Questo atteggiamento è molto comune anche oggi: quando una persona incontra Gesù, non è subito disposta alla fede, e tenta di sfuggire alla presa rifugiandosi nel rituale. Comunque si è passati dal piano materiale a quello spirituale.
Gesù tralascia la questione puntigliosa ed invita la donna a prendere coscienza del clima nuovo nel quale anch'essa è chiamata a vivere. Gesù la chiama "donna", che indica stima e rispetto. è dà notare anche "l'adorerete": usando la seconda plurale anzichè la prima, Gesù si pone come maestro che istruisce con autorità al di sopra di chi lo ascolta. Inoltre Gesù dice adorerete "o patri" (o patri), il padre, non dice "o teo" (o qew), Dio. Fa così un'ulteriore rivelazione alla samaritana.
Il passo che segue è uno dei punti di più chiara approvazione da parte di Gesù della verità giudaica.
Ma poi si legge:
I "veri adoratori" sono contrapposti ai "falsi adoratori". "In spirito" è da intendere non in spirito soprannaturale, ma umano. Lo spirito dell'uomo è la parte che più assomiglia a Dio, e quindi quella che Gli è più gradita nelle sue manifestazioni. Però questo spirito raggiunge il massimo di perfezione aderendo alla "verità": quindi il culto di Dio deve provenire da un animo umano che ha una sincera disposizione verso la "verità".
"Dio è spirito" non è una definizione di Dio, ma del modo con cui Egli agisce verso gli uomini: si fa conoscere ed amare dalla mente e dallo spirito dell'uomo. Qui si vuol ridimensionare la tradizione dell'AT, perchè con Gesù nasce qualcosa di nuovo.
La donna allude al profeta promesso da Dio a Mosè: colui che "verrà inviato da Dio e spiegherà ogni cosa che Lui gli dirà".
E qui c'è il compirsi delle Scritture: Gesù afferma di essere il profeta promesso da Dio.
In greco letteralmente è scritto: "Io sono, chi ti parla ! ". Notare la formula "Io sono", ego eimì (egw eimi).
La donna adesso ha capito e si rende conto che le cose che ha sentito potevano essere dette soltanto dal Messìa. La donna riconosce che Gesù è un uomo straordinario, ma qui arriva ad ipotizzare che sia il profeta promesso da Dio, il Messìa.
Ciò che è accaduto alla samaritana accade anche ad altra gente.
Da questo passo sicuramente si coglie che la fragilità e l'ambiguità del passato non precludono all'accoglienza della fede. La samaritana, nonostante sia una donna infedele e viva in un mondo religioso instabile, viene condotta a Cristo.